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STORIE DI PROSTITUTE

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Il Corriere della Sera racconta due storie di prostituzione legate da un comune denominatore: Internet. La prima è quella di Alessia, impiegata sottopagata che a un certo punto sceglie di inserire il proprio annuncio in un sito di sesso a pagamento. Da lì, i suoi week-end si sono trasformati in un'occasione di guadagni considerevoli – anche più di 300 euro a prestazione – e un brivido di eccitazione che Alessia descrive bene: «Una specie di gioco. Ho cominciato a rispondere alle richieste di uomini che cercavano ragazze nella mia regione. Ho fissato il primo appuntamento, con la paura di incontrare qualche pazzo, di rischiare troppo. Ero imbarazzata, non sapevo come fare, ma ce l'ho fatta. Al secondo incontro è andata meglio, al terzo la paura ha lasciato spazio all'eccitazione, all'adrenalina».

Diversa la storia di Sara, impiegata scolastica, anche lei con uno stipendio che le impedisce di fare una vita decente. La sua scelta è quella di offrirsi in webcam , soluzione meno rischiosa anche se un po' meno remunerativa. «Sto semplicemente collegata nell'attesa di una chiamata privata» spiega Sara. «Posso restare senza far nulla per quattro ore e poi magari, da quando un cliente si collega, in mezz'ora riesco a guadagnare 30 euro. Non ricavo una cifra fissa, dipende. Diciamo che lavorando 4 o 5 ore di sera posso accumulare in media 400 euro al mese».

Una scelta che ovviamente richiede un certo tipo di carattere, ben descritto da Sara: «Ho iniziato per necessità, lo stipendio non bastava più. Mi piace la trasgressione, fa parte del lavoro stesso, chi non ama esibirsi, provocare, giocare, si stufa presto. Io invece sono un'appassionata della webcam e di ciò che provoco».